Frassineto nel Monferrato del ‘600
Frassineto Po (AL), 28 agosto 2011
Frassineto e il suo ruolo nella storia del Seicento: è stato questo il tema portante del convegno di carattere storico che si è svolto domenica 28 agosto, a partire dalle ore 10.00, presso la sala consiliare del Comune.
Ad aprire i lavori sono stati il Sindaco, Andrea Serrao, e il Senatore Angelo Muzio. A seguire, gli interventi di Roberto Maestri, Presidente del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” di Alessandria, della giornalista Cinzia Montagna e di Simona Dinapoli, sempre del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”. Fra il pubblico, anche il Sindaco di Casale Monferrato, Giorgio Demezzi, il Sindaco di Ponzano, Paolo Lavagno, e il vicesindaco di Bruno (AT), Angelo Soave.
L’incontro si è svolto in una sala particolarmente gremita e attenta, che ha ascoltato i diversi temi trattati anche partecipando attivamente con vari interventi alla discussione finale. Il ruolo di Frassineto nel Seicento è stato illustrato da Roberto Maestri, che ha contestualizzato la storia del “porto del Monferrato” soprattutto nel periodo in cui fu Duca di Mantova Ferdinando I Gonzaga.
Proprio a quel periodo fa riferimento la vicenda di Camilla Faà di Bruno, figura tratteggiata dalla giornalista Cinzia Montagna, che si sta occupando della stesura di un’opera testuale sull’argomento. Camilla, figlia del conte Ardizzino Faà, divenne infatti sposa del Duca nel 1616, ma in un matrimonio teatralmente celebrato senza tutti i crismi dovuti. Dal matrimonio nacque un figlio, Giacinto. Alle finte nozze, non valide per la chiesa, seguirono le vere nozze di Ferdinando Gonzaga con Caterina De Medici (1617) e la scelta di Camilla di entrare in convento di clausura a Ferrara (1622). Di lei ci resta un prezioso manoscritto, documento straordinario dal punto di vista storico. Presente in sala anche Franco Scrivanti, ricercatore di Bruno, che da anni si occupa della vicenda di Camilla.
Infine, Simona Dinapoli ha illustrato i possibili sviluppi di valorizzazione territoriale attraverso l’applicazione della cosiddetta “clessidra del Monferrato”, percorso individuato dal Circolo Culturale tenendo conto di luoghi significativi della storia monferrina.