Il Gusto della Storia si scopre a Sezzadio
Domenica 8 maggio 2011
Sezzadio (AL), Abbazia di Santa Giustina
Il mosaico pavimentale della cripta dell’Abbazia di Santa Giustina in Sezzadio (AL) è composto di tasselli bianchi e tasselli neri, ora disposti a formare volute, ora in nodi all’apparenza insolubili. Come un simbolo di questo edificio, da leggere e scoprire, al di là del primo impatto di colori, figure, storie e geometrie, che si elevano sopra la cripta, nell’abside della chiesa e su, sino all’invisibile sottotetto che la volta ha nascosto. C’è fascino nell’arte, ma il fascino deriva, in questo caso, da una narrazione complessa, su più strati di mattoni e di storia. Lo ha dimostrato l’incontro di domenica 8 maggio organizzato dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” di Alessandria nel contesto degli appuntamenti “Monferrato, il gusto della storia” avviati dallo scorso aprile. Lo hanno dimostrato (e mostrato) gli interventi di Gianfranco Cuttica di Revigliasco, Giancarlo Patrucco e Roberto Maestri, presidente del Circolo, preceduti dall’introduzione di Franco Daniele, proprietario del ristorante Villa Badia, adiacente all’abbazia, e curatore della storia del complesso religioso.
Che qui sia nato Aleramo, primo marchese di Monferrato, è leggenda che avvince, ma leggenda è: nel tratteggiare la figura di Aleramo, Giancarlo Patrucco ha posto un deciso accento su questo argomento, fra poesia, letteratura (Carducci) e desiderio di aver un nobile natale fra gli antenati di un luogo. Poche le certezze su Aleramo, del resto. Ricca, invece, la leggenda. Ma diversi punti interrogativi riserva anche lo studio degli affreschi e dell’architettura dell’Abbazia, a causa di rimaneggiamenti che hanno interrotto la “narrazione” in più punti e in più tempi. Splendido il “reportage” fotografico che per l’occasione Gianfranco Cuttica di Revigliasco ha dedicato al monumento, analizzandone le varie sezioni e individuando elementi oggi mancanti ma che ne completavano la “storia”, peraltro fra le più complete e meglio conservate dell’intero Nord Italia, dall’origine longobarda sino al XVII secolo, lungo un percorso di testimonianze iconografiche, pittoriche e murali che rendono l’Abbazia un vero gioiello dell’arte pervenuto intatto sino a noi.
Roberto Maestri ha invece posto l’accento sugli elementi biografici e genealogici che condussero i discendenti di Aleramo alla presenza fattiva nelle Crociate, caratterizzando le vicende di tutto il periodo medievale non soltanto in area monferrina.
All’incontro è intervenuta Maria Vittoria Giacomini, Presidente del Club Unesco di Alessandria, che ha evidenziato l’importanza del territorio alessandrino quale candidato al riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità in virtù della sua tradizione e della realtà di produzione vitivinicola.
In conclusione dell’incontro, presso il Ristorante Villa Badia si è svolta la cena che, in ogni appuntamento di “Monferrato, il gusto della storia”, coniuga gli aspetti prettamente storici alla cultura della tradizione enogastronomica del territorio.
Prossimo appuntamento il 18 giugno a Moncucco Torinese.
Cinzia Montagna