Aleramo tra Storia e Leggenda
Moncalvo (AT), martedì 25 ottobre 2016
Da dove arrivava Aleramo e dove è terminata esattamente la sua esistenza?
Domande alle quali, a distanza di oltre mille anni, è difficile rispondere. Ma a far luce su questi interrogativi che si intrecciano con le origini del nostro territorio monferrino, con prove storiche alla mano, è stato martedì scorso il presidente del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” Roberto Maestri, invitato dal Lions Club Moncalvo Aleramica e accolto dalla sua presidente Maria Rita Mottola per tenere la conviviale sul tema “Aleramo tra storia e leggenda”.Delle tante leggende giunte fino ai giorni nostri (nota è quella della epica cavalcata che avrebbe creato i primi confini del territorio monferrino) Maestri si è soffermato innanzitutto sulla dibattuta provenienza di Aleramo. Il suo albero genealogico porta le ricerche delle sue origini in Borgogna anziché in Germania, come sostenuto da altri.
A sostegno di tale tesi vi sono prove storiche del ripetersi del suo nome nella sola regione francese nei decenni precedenti l’arrivo in Monferrato. Di certo si conosce soltanto, attraverso citazione scritta, la sua presenza in Monferrato nel 933. Ma, così come per il padre Guglielmo, del quale non vi sono notizie sulla scomparsa, anche Aleramo, dopo il 967 non viene più nominato finché poi, nel 991, il figlio Anselmo appare citato fra le carte lasciando intendere che il padre fosse già scomparso. Il mistero si concentra anche sui luoghi nei quali Aleramo visse ed operò: nell’aprile 967 in un diploma imperiale Aleramo figura a Ravenna, citato con il pontefice Giovanni XIII. Bisogna poi fare un salto di diversi secoli per trovare le prime tracce circa la sua mitica cavalcata riportata da Iacopo d’Acqui nel Trecento.
Ma nel frattempo resta da chiarire il suo legame con le terre dell’Emilia Romagna dove, appunto, ci sono tracce del suo passaggio nell’ultima parte della sua vita. In un video sulla discesa della stirpe di Aleramo si indica come il Monferrato come “luoghi deserti”, ancora da trasformare in vigneti e fertili pianure. Una zona peraltro assediata dalle scorribande dei pirati saraceni. Aleramo viene insidiato da Ottone I di Sassonia che riesce a fare prigioniera la famiglia della moglie Gerberga, lei compresa. Ed è in questi fatti che si inseriscono le trattative di Aleramo che lo avrebbero portato ad ottenere la promessa delle terre che fosse stato in grado di cavalcare in tre giorni ed altrettante notti.
Dopo oltre mille anni storia e leggenda continuano quindi a mescolarsi, senza che vi siano prove scritte a sancire l’autenticità delle versioni storiche.Claudio Galletto
Domande alle quali, a distanza di oltre mille anni, è difficile rispondere. Ma a far luce su questi interrogativi che si intrecciano con le origini del nostro territorio monferrino, con prove storiche alla mano, è stato martedì scorso il presidente del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” Roberto Maestri, invitato dal Lions Club Moncalvo Aleramica e accolto dalla sua presidente Maria Rita Mottola per tenere la conviviale sul tema “Aleramo tra storia e leggenda”.Delle tante leggende giunte fino ai giorni nostri (nota è quella della epica cavalcata che avrebbe creato i primi confini del territorio monferrino) Maestri si è soffermato innanzitutto sulla dibattuta provenienza di Aleramo. Il suo albero genealogico porta le ricerche delle sue origini in Borgogna anziché in Germania, come sostenuto da altri.
A sostegno di tale tesi vi sono prove storiche del ripetersi del suo nome nella sola regione francese nei decenni precedenti l’arrivo in Monferrato. Di certo si conosce soltanto, attraverso citazione scritta, la sua presenza in Monferrato nel 933. Ma, così come per il padre Guglielmo, del quale non vi sono notizie sulla scomparsa, anche Aleramo, dopo il 967 non viene più nominato finché poi, nel 991, il figlio Anselmo appare citato fra le carte lasciando intendere che il padre fosse già scomparso. Il mistero si concentra anche sui luoghi nei quali Aleramo visse ed operò: nell’aprile 967 in un diploma imperiale Aleramo figura a Ravenna, citato con il pontefice Giovanni XIII. Bisogna poi fare un salto di diversi secoli per trovare le prime tracce circa la sua mitica cavalcata riportata da Iacopo d’Acqui nel Trecento.
Ma nel frattempo resta da chiarire il suo legame con le terre dell’Emilia Romagna dove, appunto, ci sono tracce del suo passaggio nell’ultima parte della sua vita. In un video sulla discesa della stirpe di Aleramo si indica come il Monferrato come “luoghi deserti”, ancora da trasformare in vigneti e fertili pianure. Una zona peraltro assediata dalle scorribande dei pirati saraceni. Aleramo viene insidiato da Ottone I di Sassonia che riesce a fare prigioniera la famiglia della moglie Gerberga, lei compresa. Ed è in questi fatti che si inseriscono le trattative di Aleramo che lo avrebbero portato ad ottenere la promessa delle terre che fosse stato in grado di cavalcare in tre giorni ed altrettante notti.
Dopo oltre mille anni storia e leggenda continuano quindi a mescolarsi, senza che vi siano prove scritte a sancire l’autenticità delle versioni storiche.Claudio Galletto