Unesco e Monferrato
Casale Monferrato (AL), venerdì 2 marzo
Gli studenti del Leardi sosterranno la candidatura a patrimonio dell’Unesco dei paesaggi vitivinicoli monferrini con un importante progetto di logistica. I ragazzi di Turistico, Geometra, Ragioneria, Grafica saranno impegnati in un lavoro, al fianco della Provincia di Alessandria, che consisterà nel trovare possibili itinerari di visita tra colline e vigneti candidati. Il progetto vedrà tante classi attive sul campo, utilizzando vari tipi di strumentazione. Ad annunciarlo è stata la preside Carla Rondano, in occasione di un incontro al Leardi su Monferrato e Unesco, un’iniziativa, proposta da Giulia Corino – del Centro Studi Pollicino. A moderare la conferenza è stato Massimo Carcione, docente di Scienze Politiche ad Alessandria, presentando inoltre l’Unesco: «La lista dei Patrimoni dell’Umanità – ha spiegato – è in primo luogo un progetto che vuol promuovere il dialogo tra i popoli, oltre che, un’ottima opportunità di promozione turistica per il territorio. I 936 siti finora riconosciuti dall’Unesco sono rappresentativi della cultura delle varie zone del Mondo».
La candidatura monferrina è un po’ anomala: non si prende in considerazione un unico luogo, ma più colline anche distanti tra loro, insomma una candidatura a macchia di leopardo come l’ha definita Roberto Maestri. Ma quale può essere il legame tra tutti questi vigneti e colline? C’è un fattore identificativo che li accomuni tutti? Secondo Maestri è l’area di influenza del marchesato: «Sovrapponendo la cartina dell’area di dominio dei Marchesi di Monferrato alla mappa dei vigneti candidati, si nota come questi siano compresi nella zona del Monferrato storico» ha osservato lo studioso. Un’area di influenza che fu vastissima, quella dei Marchesi di Monferrato, arrivando addirittura a controllare Torino «dove, in piazza Castello, Guglielmo VII si era fatto costruire un palazzo».
Grazie al marchesato monferrino, il nostro territorio e buona parte del Piemonte instaurarono fitte relazioni in tutta Europa: «A livello turistico e commerciale, questi legami potrebbero essere sfruttati. Ad esempio, il marchesato era in rapporti con Maiorca: pensate che effetto potrebbe avere oggi associare un nostro prodotto o la nostra zona all’isola» ha suggerito Maestri. Ricordando l’antica gloria del marchesato, il presidente ha citato casi di celebri autori che menzionarono personaggi monferrini dell’epoca. Lo fece Dante, parlando di Guglielmo VII, ma anche Boccaccio nel Decameron, raccontando di Corrado Re di Gerusalemme. Sul Monferrato compì studi anche Carducci, su cui la preside Rondano rispolvera una curiosità: «Era ispettore scolastico. Dopo una visita al Leardi, inviò al preside una lettera di elogio». E per contribuire a far eleggere il paesaggio vitivinicolo del Monferrato a patrimonio dell’umanità, cosa possono fare studenti e cittadini casalesi? Lo ha consigliato Carcione: «Un valore aggiunto potrebbe essere una campagna di sostegno alla candidatura, ad esempio tramite Facebook». Ha ribadito l’importanza della candidatura anche l’assessore alla Cultura Giuliana Bussola.
Fabrizio Gambolati